BREVE STORIA

 

Tracce di centuriazione riscontrabili nella zona indicherebbero una fase di colonizzazione agricola e anche a Samarate presenta una parcellazione che ricorda le strutture centuriali romane.
A differenza dei Celti che dovettero modificare pochissimo l’ambiente forestale originario, i romani iniziariono il disboscamento e l’appoderamento. Le pianture asciutte erano considerate migliori dal punto di vista agrario perche’ offrivano terreni sciolti e facilmente lavorabili con gli strumenti di allora. Ritrovamenti archeologici sul territorio di Samarate, documentati dal 1875 in poi, hanno posto in luce una tomba corredata con iscrizione a caratteri retici, probabilmente preromana e varie sepolture, in diversi luoghi, a cremazione e ad inumazione, con modesti corredi oltre a resti di strutture murarie riferibili ad eta’ romana. Si trattava forse di insediamenti di coloni sparsi sui fondi quali propaggini del vicino insediamento di Gallarate che da modesto villaggio agricolo andava acquisendo importanza commerciale e militare in quanto luogo di transito su una strada per il Ticino e la Gallia. Un documento tardoromano sarebbe un sarcofago in granito segnalato dalla letteratura locale(ed oggi disperso) con il nomer “Verrinus”. Ancora di recente sono apparse sepolture o resti murari nell’area dell’attuale cimitero e delle scuole Elementari del capoluogo, purtroppo dispersi e non adeguatamente studiati ma riferibili all’eta’ tardoromana e medievale. Nell’alto Medioevo il luogo doveva avere la consistenza di un piccolo villaggio. Dal II secolo a.c. si diffuse il Cristianesimo in Lombardia e quando il Vescovo Ambrogio trionfo’ sull’arianesimo si diffuse il culto dei martiri e l’organizzazione gerarchica ed amministrativa del territorio.
Arsago fu una delle prime pievi sorte fuori Milano tra il V e l’inizio del VI secolo d.c. e Samarate dovette essere compresa oltre che nei confini della diocesi di Milano e del Seprium, anche nella pieve di Arsago e cio’ fino a quando divenne capo pieve Gallarate verso il VIII secolo d.c. fondata forse nel VIII secolo e la chiesa, tuttora esistente ma trasformata, dedicata ai SS.MI Gervaso e Protaso; probabilmente primo luogo di culto cristiano a Samarate. La sua dedicazione e’ riferita al culto dei due martiri milanesi che si irradio’ dalla chiesa ambrosiana verso i centri periferici della diocesi alla fine del IV secolo. Il toponimo Samarate deriverebbe appunto da SANcti MARtiri.
Labili tracce dell’eta’ longobarda si riscontrerebbero nei toponimi locali come: Via del Gaggiolo da “Gahagium” che per i longobardi era un fondo riservato; Localita’ della Binda dalla parola longobarda che designa un territorio nastiforme disteso su una lingua di coltivi stretti da zone boscose. Esiste, a questo proposito una leggenda in cui si parla di una fantomatica citta’ chiamata Binda distrutta dal Barbarossa, dalla quale sarebbe sorta Samarate.
Risale al 973 il piu’ antico documento sinora noto ove figura il nome di Samarate. Si tratta di una pergamena conservata presso l’archivio Capitolare di Novara, pubblicata nel 1913 da F.Gabotto nel tomo LV della Biblioteca della Societa’ Storica Subalpina (Pag. 123 e 124). Venne redatto probabilmente dopo il 7 maggio di quell’anno in quanto vi compare nell’intestazione il nome del solo imperatore Ottone, che tenuto conto dell’anno di impero indicato, e’ da identificarsi in Ottone II, solitamente abbinato in altri documenti dell’epoca al nome del padre Ottone I, deceduto il 7 maggio.
Si tratta di un atto notarile in latino medioevale di permuta di beni posti in Samarate e Lonate P/ fra Apualdo vescovo di Novara e un certo Celso di Lonate. In pratica quest’ultimo cedeva 40 tavole di vigna nel territorio di Lonate al Vescovo Apualdo per ricevere 30 tavole di terra coltivabile nel territorio di Samarate. Sono inoltre citati nell’atto alcuni periti agrimensori samaratesi che fanno notare che il Vescovo Apualdo, migliorando e ampliando i possedimenti, veniva a ricevere nell’interesse della curia novarese da Celsone piu’ di quanto gli veniva a dare.
Nel Natale 1996, l’amministrazione comunale ha pubblicato una ricerca condotta dalla dott.ssa Clelia Mazzone grazie alla quale siamo venuti a conoscenza di un altro interessante documento circa la storia di Samarate. Si tratta di una pergamena del XII secolo di piccole dimensioni, conservata nell’archivio di stato di Milano contenente un elenco di beni appartenenti a “Otone Guitazii” di Samarate, quasi sicuramente un membro della famiglia capitaneale. L’importanza del documento, risiede nell’accenno, (per la prima volta in un documento scritto) alla localita’ di Verghera. Si parla della presenza di cortili, edifici, un “Castrum”, vi risiedono “districabiles” (persone soggette al pagamento di tasse), e “comandi” (persone che cedevano le proprie terre ad un signore locale, per poter godere della sua protezione sulle terre stesse).
Vengono inoltre citati cinque “arimanni” che pagano sette denari per l’arimannia. Proprio questi riferimenti ad una categoria tipicamente longobarda ci danno la conferma che in passato vi e’ stato un insediamento longobardo a Verghera.
Per rendersi conto del valore delle monete di allora si tenga presente che il prezzo medio di un prato era di 10 soldi per pertica (ca 650 mq); un soldo era suddiviso in 12 denari; 20 soldi invece formavano una libra (lira).
Nella battaglia di Legnano sono documentate presenze di genti del gallaratese inquadrate nelle milizie sepriensi della lega lombarda contro il Barbarossa. Altra risultanza documentata e che nel 1258 un nativo samaratese certo Engalfredo o Cotifredo, scelto come arbitro tra i nobili e il popolo nelle contese milanesi tra le fazioni emergenti mercantili artigiane contro le vecchie aristrocazie comunali (Pace di Sant’Ambrogio).
Samarate vive le vicende del Seprio e di Gallarate qui riportate: nel 1262 Gallarate riporta la distruzione delle mura durante le contese tra Torriani e Visconti: nel 1287 Castelseprio controllata dai Torriani viene distrutta dall’arcivescovo di Milano ed il suo territorio aggregato a Milano con l’istituzione di un vicariato del Seprio Inferiore con sede a Gallarate; nel 1362 Samarate e’ compresa tra le terre devastate da soldatesche inglesi ingaggiate dal marchese di Monferrato contro i Visconti e in quell’occasione diffonde la peste.
Nella seconda meta’ del XIV secolo gli abitanti delle cascine di Verghera ottengono di erigersi in Parrocchia autonoma da Samarate dedicando la loro chiesa a Santa Maria rinascente.
La chiesa costruita nel 1394-97 fu rifatta nel XVII secolo ampliata a fine ‘800 e demolita nel 1966 per fare posto all’attuale parrocchiale che di antico conserva solo il campanile e poche suppellettili. La localita’ di Verghera, anticamente denominata Cassine de’ Vergheri e poi Cassine Verghera deve forse il suo toponimo al latino volgare Vergarium col significato di pastore-boscaiolo ed era in origine un insediamento a cascine sparse di uomini dediti ad attivita’ silvo-pastorali in quella che fino al ‘700 era denominata Selvalonga per la sua estensione, oggi assai ridotta. Con la ripresa demografica del XIII secolo l’insediamento doveva essersi piu’ sviluppato ed aggregato il che poteva giustificare l’erezione in parrocchia antonoma di cui si e’ detto. Nel 1455 e’ documentata la vista pastorale a Samarate di Gabriele Sforza. Gli inizi del ‘500 sono infausti per la piaga che infatti nel 1503 e’ colpita dalle scorrerie dei mercenari svizzeri chiamati in Lombardia da Ludovico il Moro contro Luigi XII. Nel 1524 Giovanni delle Bande Nere comandante delle truppe imperiali si accampa a Gallarate spogliandone le campagne e portandovi la peste. Nel 1527 altri saccheggi di Spagnoli diretti al sacco di Roma e nel 1528 incursioni di Turchi e Maomettiani albanesi che facevano parte dell’esercito francese contro Carlo V. I territori di questa zona privi di fortificazioni subivano questi eventi senza alcuna difesa. Anche la eseguita’ della popolazione era un fattore di debolezza (Gallarate aveva 1500 abitanti anche se era capoluogo del Seprio inferiore e Samarate insieme a Verghera non doveva arrivare al migliaio). Non restava alla popolazione in queste circostanze di fuggire temporaneamente nelle brughiere fino alla cessazione del pericolo. A partire dal XII secolo si diffondono in Lombardia gli Umiliati nati come associazione laica a scopo religioso e sociale ed ispirata alla regola benedettina. A Samarate pare che ne esistessero una casa femminile e una maschile. Nel tempo della lavorazione delle lane e dei fustagni, gli Umiliati passarono ad altre attivita' acquistando notevole potere economico e l'originaria aspirazione ascetica venne degenerando tanto che nel '500 a Samarate il convento delle Umiliate era "tanto dissoluto da non avere piu' nessuna sembianza di comunita' religiosa". Nel 1570 con Carlo Borromeo le monache Umiliate samaratesi di San Bartolomeo risultavano unite a quelle di San Michele a Gallarate ed infine nel 1571 il Papa soppresse l'ordine degli Umiliati. La presenza umiliata a Samarate sarebbe alle origini della fondazione della chiesa ancora oggi esistente dedicata a San Rocco databile alla fine del '400 quando il culto di San Rocco fu connesso con le ondate di peste del 1477-1485 ecc.(nei suoi pressi vi era il Lazzaretto) ma ricostruita tra la fine del '600 e l'inizio '700 quando fu oratorio della confraternita dei Disciplini. Nel 1563 fu consacrata una chiesetta rurale in ocalita' Cascina Verghera dedicata a San Bernardo. La chiesa fu poi accorpata nel 1570 da Carlo Borromeo alla parrocchia di Verghera e la sua dedicazione era probabilmente collegata alla presenza in luogo di una cella dipendente dalla casa cistercense di Sant'Ambrogio a Milano a quell'epoca potente e ricca di proprieta' nel Contado. La chiesa fu demolita nel 1969 e ricotruita modernamente. Nel 1564 e' documentata la visita pastorale a Samarate del gesuita Padre Leonetto Chiavone che cita una chiesa priva di campanile forse identificabile appunto con la chiesa di San Rocco di cui si e' parlato.

Nel 1570 Carlo Borromeo visito' la pieve di Gallarate, recandosi il 20 giugno a Verghera ed il 22 giugno a Samarate. A quell'epoca Verghera contava circa 260 abitanti a Samarate circa 900. San Carlo visito' anche la chiesa allora subordinata a Samarate di Cascina del Manzo, lasciando in ogni visita numerose prescrizioni e disposizioni. Circa la Cascina del manzo che e' l'attuale San Macario ci e' noto che nel '500 vi esisteva una cappella e solo nel 1610 in occasione di una visita pastorale di Federico Borromeo fu istituita la parrocchia per scissione della matrice di Samarate. Nel 1636 i francesi alleati coi piemontesi, dopo aver saccheggiato il Novarese passarono il Ticino a Tornavento depredando i paesi della plaga mentre gli abitanti si erano rifugiati a Busto A. che era l'unico borgo fortificato. Anche la modesta parrocchia di Cascina del Manzo fu saccheggiata in quell'occasione. La chiesa e la localita' di Cascina del Manzo assunsero l'attuale denominazione solo nel 1674 quando vi furono trasportati i presunti resti del martire Macario prelevati dalle catacombe di Roma (la chiesa attuale si presenta nella veste architettonica conferitale dai successivi ampliamenti del 1804 e 1902 e conserva pregevoli altari e sculture linee barocche). Dopo la traslazione, S. Macario fu meta di numerose visite proceddionali di fedeli provenienti da tutto il circondario. Nel 1585/88 infurio' in tutta la zona una tremenda pestilenza che colpi' anche Samarate come risulta dagli scritti del medico novarese Andrea Treviso che vide quegli avvenimenti. Un'altra documentazione per la storia samaratese e desunta da un manoscritto conservato nella Reale Biblioteca di Coopenaaghen consistente in una meticolosa "Storia della peste nel borgo di Busto Arsizio nel 1630" proveniente dalla Biblioteca Capitolare di San Giovanni e redatta durante quegli eventi da un canonico della Collegiata di Busto Arsizio. Si tratta di un documento che fornisce notizie dettagliatissime ed interessanti su questo gravissimo evento che arrivo' ad avere un tasso di mortalita' altissimo.

A proposito di Samarate il cronista riferisce:"...Samarate luogo a terra sottoposti alli tribunali di Gallarate e vicariati assieme tanto spirituale quanto corporale, tutta gente plebegli e nessuna nobilta', han fatto tante onorate oblazioni, ecc...". Si riferisce ai soccorsi alimentari, di paglia per le capanne degli appestati, ecc. che i Samaratesi inviarono a Busto colpita dal contagio nel maggio 1630. Anche Verghera vi e' citata: "Verghera, Giurisdizione del Seprio tanto nell'ecclediadtico quanto nel secolare, ancora in punto come cascina..." mando' soccorsi al borgo bustese. Il documento cita ancora Samarate fra le altre localita' percorse da un certo fraticello di Magnago arrestato come untore e poi cita Samarate quando successivamente il contagio la raggiunse. Busto infatti invia a sua volta a Samarate un chirurgo, dei commissari, uomini e donne pratici di cure, soccorsi, disinfezioni. Ancora il documento informa sulle lunghe carestie che avevano preceduto l'insorgenza della peste, aggravate dalle continue razzie delle milizie di passaggio quali i lanzichenecchi, ecc.

Dal 1760 al 69 venne realizzata a Samarate la nuova chiesa parrocchiale dedicata alla SS. Trinita', in imponenti forme tardobarocche su progetto di Giulio Galliori che fu anche architetto della fabbrica del Duomo. Il monumentale campanile, nello stile eclettico del tempo fu invece eretto nel 1887; tutto il complesso conserva un notevole valore di connotazione ambientale. Sempre nel 1760 venne eretto a San Macario l'oratorio campestre dell'Angelo anch'esso tardobarocco (rimaneggiato nel 1852). Dopo la parentesi napoleonica riprende nel 1815 l'amministrazione austriaca con un periodo di relativa pace e sviluppo di una borghesia sia terriera che attiva nell'industria e nei commerci. Gia' nella seconda meta' del '700 stava emergendo un'imprenditoria mercantile ed industriale che in questa zona era prevalentemente dedicata al settore tessile-cotoniero. Al tempo del telaio a mano il contadino-operaio a domicilio riceveva la materia prima da trasformare che poi gli imprenditori commerciavano od esportavano. In agricoltura era anche molto sviluppata la cultura vitivinicola per l'autoconsumo e del gelso per la bachicoltura. La vita dei contadini rimaneva pero' estremamente disagiata e con la fine del '700 prese a diffondersi la pellagra a causa delle carenze alimentari. Nel 1799 passano nella zona le truppe russe e tedesche forti di 36000 uomini il che fu occasione per i soliti danni e razzie a carico di contadini. La ventata risorgimentale soffio' anche a Samarate fin dal 1848 quando alcuni carbonari capitanati dall'ing. Masera riuscirono a reclutare sulla piazza di Samarate un gruppo di volontari per accorrere a rinvigorire i moti milanesi che poi culminarono nelle 5 Giornate. Pero' il comandante del presidio di Gallarate invio' a Samarate un reparto di Croati costringendo i patrioti a riparare in Piemonte. Nel 1859 Samarate aveva una guardia nazionale di 130 militi capitanati dal dott. Ercole Ferrario, Cesare Ferrario e da Carlo Giorgetti. Ufficiale d'ordinanza era Francesco Ricci padre di Carlo, furono sindaco e grande benefattore di questo nostro paese. Due samaratesi furono con Garibaldi allo Stelvio. Nel 1861 un capitano e 15 militi della guardia nazionale furono inviati nell'Avellinese per la campagna con Garibaldi a Bezzeca e a Riva di Rento. Il 7.3.1869 con decreto di aggregazione l'ex comune di Verghera divenne frazione di Samarate. Con l'unita' Samarate venne a trovarsi nel mandamento amministrativo e giudiziario di Gallarate, nel circondario amministrativo di Gallarate e Giudiziario di Busto Arsizio, oltre che nella provincia di Milano. Fa parte della provincia di Varese dal 1927 da quando questa fu istituita. Tra la seconda meta' dell'800 e l'inizio del '900 Samarate vide due rilevanti fenomeni sociali: l'emigrazione verso le Americhe di cittadini in cerca di condizioni di vita meno disagiata e la diffusione dell'industria prima prevalentemente tessile e poi dopo il 1900 anche meccanica. I piu' antichi opifici industriali sono testimoniati ancora oggi dagli edifici primitivi. Tra i seimila abitanti di Samarate degli anni '20 del '900 vi erano gia' duemila operai dell'industria. La sede municipale che fino alla fine dell'900 era presso Casa Sommarugo (la neoclassica Villa Archinto attualmente in fase di restauro) ebbe un nuovo edificio nel 1907. Tra la fine del secolo e il primo ventennio del '900 il comune si doto' delle prime importanti opere pubbliche quali le Scuole Elementari nel capoluogo e frazioni, gli asili, l'adeguamento dei cimiteri e della viabilita', le fognature, l'acqua potabile, i formi comunali, ecc. Nello stesso periodo furono attive varie iniziative sociali-umanitarie quali la mutua sanitaria, l'unione cooperativa, il patronato scolastico, la congregazione di carita', i corpi musicali, ecc.

La prima guerra mondiale vide la partecipazione di Samarate che annovero' 86 caduti, 29 mutilati e invalidi, 8 decorati al valore. Sempre durante la prima guerra mondiale, sul territorio di Samarate e precisamente a Cascina Costa fu insediato da un campo scuola di aviazione militare reclutamento delle maggiori personalita' del pionerismo aviatorio anche straniero (l'ingresso monumentale al campo, conservato, funge oggi da ingresso agli stabilimenti Agusta che si insediarono successivamente). Nel periodo tra le due guerre continuo' la realizzazione di opere pubbliche quali: l'attuale palazzo municipale del 1936, la colonia elioterapica, la palestra e la palazzina dell'opera Balilla, la viabilita'.

Al termine della guerra l'intera industria nazionale e' praticamente dissestata, per il trattato di pace non e' piu' possibile costruire aeroplani. L'Agusta si oriento' allora verso il settore motociclistico fondando l'MV Agusta a Verghera, costruendo motociclette che riscuotono ben presto successi sia commerciali che nel campo delle competizioni. Samarate primeggia nei settori: meccanico, tessile, dell'abbigliamento. Lo sviluppo economico e' coinciso con quello demografico ed edilizio influenzato dall'immigrazione massiccia prima del Veneto e poi dal Meridione. L'agricoltura da tempo impiega pochi addetti, l'artigianato si va espandendo mentre il terziario e' poco sviluppato. Agli inizi degli anni '80 la comunita' samaratese si e' dotata di varie attrezzature civiche a carattere sociale-assistenziale, sportivo, ricreativo e culturale. Il territorio di Samarate e' incluso nel Parco Regionale Lombardo della Valle del Ticino fin dalla sua istituzione (1980).